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IXV

L’Intermediate eXperimental Vehicle (IXV) è un programma dell’Agenzia Spaziale Europea finalizzato alla costruzione di un veicolo spaziale sperimentale in grado di compiere un rientro atmosferico controllato da orbita terrestre bassa (circa 300 km).

Il velivolo è dotato di uno scudo termico, realizzato da OMS, ed è controllato da una timone collocato nel retrotreno della macchina.

L’IXV è un corpo portante senza ali ma con due Flap fissati nell’estensione della fusoliera per controllarne il volo durante il rientro atmosferico. Il rientro è condotto mantenendo il muso alto, esattamente come per lo Space Shuttle, mentre la fase finale della discesa è compiuta con una catena di paracadute espulsi dalla parte alta del veicolo. Il veicolo spaziale è lungo 5 m, alto 1,5 m e largo 2,2 m con una massa di 2 ton. Per controllare il profilo di volo, l’IXV utilizza i suoi due flap e quattro motori a razzo da 400 N di spinta posizionati nella parte posteriore del corpo di trasporto. Questi propulsori sono già stati implementati ai piani superiori del lanciatore Ariane 5 e sono a propellente liquido (idrazina). Per soddisfare il suo scopo di dimostratore tecnologico, l’IXV è equipaggiato con quasi 250 sensori posizionati in diversi punti della superficie dello scafo: 37 sensori di pressione, 194 sensori di temperatura, 12 sensori di spostamento e 48 sensori che misurano le forze subite dalla carlinga o altri dati come la telecamera a infrarossi posizionata sul retro. Questi sensori sono suddivisi in due sottoinsiemi: quelli utilizzati per analizzare l’aerodinamica del veicolo e quelli interessati a sforzi termici.

Il volo dello spazioplano europeo IXV

L’Agenzia Spaziale Europea ESA ha testato il dimostratore di rientro atmosferico IXV (Intermediate Experimental Vehicle) che, dopo una parabola suborbitale di 101 minuti, è ammarato con successo nell’oceano Pacifico.

La missione era iniziata alle 14.40 italiane con il decollo, a bordo di un vettore Vega, dallo spazioporto di Kourou nella Guiana francese. Raggiunta la quota di 340 km l’IXV si è separato dall’ultimo stadio del lanciatore continuando in volo libero fino ad un’altezza di 412 km, dopodiché ha cominciato la fase di rientro in atmosfera. Lo spazioplano ha controllato il suo assetto grazie a due particolari alettoni posteriori, planando e rallentando man mano che attraversava gli strati sempre più densi dell’atmosfera. A 26 km di quota è iniziata la sequenza di frenata tramite paracadute fino all’ammaraggio nell’oceano, dove l’IXV è stato recuperato dal rimorchiatore d’altura Nos Aries del gruppo livornese Neri. La fase di rientro era proprio l’oggetto principale di questo test, infatti oltre 300 sensori hanno registrato una gran mole di dati che vengono subito dopo analizzati.

I dati ottenuti sono indispensabili per la realizzazione del programma PRIDE (Programme for Reusable In-orbit Demonstrator for Europe), che vedrà lo sviluppo di un mini-shuttle (simile all’X-37/B dell’USAF) con capacità di svolgere missioni orbitali ed atterraggio in planata.

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